Come funziona Substack per creare una newsletter: pro e contro

15 minuti
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Quando ho trasferito la mia newsletter Onde su Substack, ho capito subito che quello era il posto migliore per far crescere il mio progetto di comunicazione, ancora in fase embrionale. Semplice, intuitiva, immediata: è una piattaforma ideale per chi ha qualcosa da dire e vuole farlo senza perdere tempo con quei dettagli tecnici e personalizzazioni che spesso bloccano in partenza.

Col tempo, però, le esigenze di una newsletter e di un progetto di email marketing cambiano: se all’inizio può bastare solo scrivere, andando avanti è normale chiedersi se Substack sia ancora la piattaforma giusta per gestire molti iscritti e aspettative sempre più alte.

Se anche tu stai valutando questa piattaforma, o già la usi e vuoi capire se fa ancora al caso tuo, questo articolo vuole aiutarti a fare chiarezza. In base alla mia esperienza sulla piattaforma, vedremo insieme nel dettaglio come funziona Substack, quali sono i suoi punti forti, i limiti principali e se – e quando – potrebbe essere il momento di passare a una soluzione diversa.

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Prima di tuffarti nel mondo di Substack, dai un’occhiata a queste risorse pratiche per migliorare i tuoi contenuti e semplificare la creazione delle tue email:

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Cos’è Substack e perché è popolare tra i creator

Substack è una piattaforma di pubblicazione online che negli ultimi anni è diventata popolarissima tra giornalisti e creator indipendenti, soprattutto quelli che amano scrivere e condividere contenuti long-form. Se hai letto articoli o newsletter di autori indipendenti recentemente, probabilmente sei già passato da un link che portava a Substack. Ma cos’è davvero, e come ha fatto a diventare così centrale?

L’approccio semplice e “editoriale first”

La forza di Substack sta nella sua semplicità. Fin da subito ha adottato un approccio editoriale puro: niente opzioni tecniche complicate, niente layout complessi, solo testo, immagini essenziali e pochi pulsanti. Questo minimalismo ha conquistato autori che preferiscono concentrarsi esclusivamente sui contenuti, senza perdersi in dettagli tecnici.
Scegli il nome della tua pubblicazione, carichi il logo, imposti un colore preferito e sei pronto a pubblicare i tuoi testi. 

Modello basato su contenuti long-form e abbonamenti

Substack non è soltanto una piattaforma di invio newsletter: è un vero ecosistema basato su contenuti di qualità medio-lunghi e sul modello economico degli abbonamenti. La promessa è chiara: chiunque può trasformare i propri lettori in sostenitori economici regolari, creando una fonte di reddito diretta basata esclusivamente sulla propria capacità di produrre valore.

La funzione degli abbonamenti a pagamento è molto semplice da attivare, bastano davvero pochi clic. Ovviamente ti consiglio di farlo nel momento in cui hai una community fedele e molto ingaggiata dai tuoi contenuti. L’Italia non è ancora un mercato proficuo come quello anglosassone, dove gli utenti sono più predisposti a pagare per i contenuti. Detto ciò, diversi creator riescono oggi a generare entrate grazie a questa formula.

Costi e guadagni

Substack offre una soluzione gratuita. Non ci sono costi di iscrizione, ti registri e cominci a pubblicare senza alcun tipo di spesa. Proprio come un blog. E la piattaforma rimane gratis qualunque numero di iscritti tu raggiunga. Ma se decidi di attivare le opzioni a pagamento e quindi monetizzare, Substack trattiene una percentuale di tutte le entrate generate dagli abbonamenti. 

Questo modello è stato sicuramente uno dei grandi motivi di attrazione per gli scrittori e gli autori indipendenti che cercano un punto di partenza economicamente sostenibile.

Il sistema referral e la rete di discovery

Un altro elemento che ha reso Substack popolare tra i creator è la possibilità di far crescere rapidamente la propria audience. Questo avviene principalmente grazie a due strumenti chiave:

  • Referral: Substack permette ai creator di segnalare altri autori e altre newsletter presenti sulla piattaforma, offrendo visibilità reciproca. Una sorta di consiglio amichevole: “se ti piacciono i miei contenuti, potrebbero piacerti anche quelli di…
  • Discovery Network: la piattaforma stessa suggerisce nuove newsletter ai lettori attraverso sezioni dedicate, favorendo così una crescita organica degli iscritti. Ovviamente l’obiettivo di Substack è che tu rimanga più possibile all’interno del suo universo di contenuti.

Entrambi questi strumenti, ben sfruttati, possono accelerare significativamente la crescita iniziale di una newsletter, rendendo Substack un punto di partenza ideale per molti autori. Ancora oggi, nel mio caso la rete interna è la principale fonte di iscrizioni. 

Come aprire una newsletter su Substack: breve guida passo passo

Come ti ho anticipato, quando ho portato la mia newsletter Onde su Substack, ho capito subito che uno dei punti forti della piattaforma era proprio la semplicità: pochi passaggi, niente confusione. In meno di 15 minuti ero online, pronto a scrivere e condividere. Ecco come puoi farlo anche tu.

Registrati con email o Google account

Vai su substack.com e clicca su “Inizia a pubblicare” (oppure “Accedi”, se sei già registrato). Se inizi da zero, ti verrà chiesto semplicemente di registrarti con il tuo indirizzo email o direttamente con il tuo Google Account.

È immediato e non richiede alcuna verifica complicata. Personalmente ho scelto l’opzione Google Account per velocizzare ulteriormente la procedura.

Scegli il nome della newsletter e descrizione

Dopo esserti registrato, il primo passo davvero importante è scegliere il nome della tua newsletter. Deve essere qualcosa di semplice, evocativo, facile da ricordare. Per esempio, quando ho scelto il nome Onde, volevo qualcosa che trasmettesse l’idea di flusso, movimento e comunicazione.

La descrizione è altrettanto importante: è la prima cosa che vedono i tuoi futuri lettori, che in base a quel testo decideranno se iscriversi o meno. Dedica qualche minuto per far capire chiaramente di cosa parli e perché dovrebbero darti fiducia.

Personalizza l’URL e l’immagine di copertina

Ora devi personalizzare l’URL della tua newsletter, che avrà il formato [nome].substack.com. Anche in questo caso cerca di scegliere qualcosa di breve e chiaro. Se possiedi invece un dominio tuo e vuoi che la newsletter punti su quello, c’è una procedura guidata rapida e intuitiva (con un costo una tantum). 

Aggiungi poi un’immagine di copertina, essenziale per il tuo branding. Usa una grafica semplice, ben leggibile e coerente con il tuo tono, i temi che tratterai e i tuoi colori. Puoi caricare un’immagine personalizzata oppure sceglierne una di default fornita da Substack.

come impostare substack newsletter

(Questo è il pannello di controllo di Blu Mediterraneo, un altro mio progetto editoriale su Substack: come puoi vedere è davvero molto facile orientarsi e compilare i campi necessari)

Scrivi il tuo primo post e configura le impostazioni

È arrivato il momento di scrivere il tuo primo post? Bene, il consiglio che mi sento di darti è: rendilo introduttivo, caloroso, personale. Spiega subito chi sei, cosa racconti e cosa aspettarsi da te. Usa uno stile diretto e coinvolgente. Il primo post non diventerà virale, ma è d’importanza fondamentale perché sarà il tuo biglietto da visita.

Nelle impostazioni poi puoi settare diverse altre cose:

  • la frequenza della newsletter (settimanale, mensile, ecc.);
  • se rendere i post e l’archivio gratuiti, a pagamento o misti;
  • personalizzare alcune email automatiche, come quella di benvenuto: mi raccomando sfrutta questa occasione per rendere ancora più calorosa e personale la tua newsletter!

Condividi il link e inizia a costruire la tua lista

L’ultimo passo è la condivisione. Una volta pubblicato l’articolo, Substack ti dà subito il link della tua newsletter da postare e alcune immagini già pronte per i social. Se invece hai programmato il contenuto per i giorni successivi, la piattaforma ti fornisce anche delle immagini di anteprima per avvisare i tuoi follower dell’uscita.

Inizia subito a condividere attivamente i tuoi contenuti su social, LinkedIn, blog perché più persone attirerai in questa prima fase, più rapidamente crescerà la tua lista.

newsletter substack

(Queste sono le possibilità di condivisione e le immagini-sommario che Substack ti fornisce in automatico) 

Personalmente ho trovato molto utile scrivere ogni settimana un post su LinkedIn sul tema della puntata della newsletter, così come fare delle stories su Instagram con il link per leggere e iscriversi.

Ora che hai seguito questi step, la tua newsletter è ufficialmente attiva: il passo più importante è fatto. Da qui in poi, tutto sta nella costanza e nella capacità di creare contenuti rilevanti per il tuo pubblico.

I vantaggi principali di Substack per chi crea newsletter

Dopo diversi anni su questa piattaforma, posso dire di aver apprezzato alcuni evidenti vantaggi di Substack, che la rendono particolarmente adatta soprattutto ai creator in fase di partenza o che cercano una soluzione rapida ed efficace per entrare subito in contatto con un pubblico.

Ottimo per iniziare velocemente

Uno dei punti di forza principali di Substack è senza dubbio la velocità con cui puoi partire. Se hai già chiaro cosa scrivere, in pochi minuti puoi passare dall’idea alla pubblicazione. Questo significa che non perdi tempo con configurazioni tecniche o integrazioni complicate. La semplicità del processo è ideale per chi ha urgenza di iniziare a costruire la propria lista senza barriere tecniche.

Scrittura e pubblicazione semplificate

Substack adotta un approccio editoriale estremamente intuitivo: un’interfaccia pulita, senza distrazioni, dove puoi concentrarti interamente sul testo. La pubblicazione è istantanea e immediata, con strumenti minimi di formattazione (grassetto, corsivo, immagini, embed). È un ambiente perfetto per chi ama il testo lungo, la narrazione e vuole evitare complicazioni tipiche di editor più sofisticati.

Monetizzazione con abbonamenti e donazioni

Substack ha fatto della monetizzazione uno dei suoi punti distintivi. Con un semplice click puoi attivare piani di abbonamento mensili, annuali o opzioni di donazioni una tantum. Non serve nessuna configurazione tecnica: la piattaforma gestisce automaticamente pagamenti, rinnovi e comunicazioni amministrative. Questo significa poter trasformare velocemente un’attività editoriale in una fonte di guadagno, anche se piccola.

Community integrata e discoverability

Infine, un grande vantaggio per chi parte da zero: Substack ha creato una community integrata che favorisce la scoperta reciproca delle newsletter. Gli utenti già iscritti a newsletter simili alla tua potrebbero ricevere suggerimenti automatici per abbonarsi anche alla tua. È un ottimo aiuto iniziale per farti scoprire e crescere più rapidamente rispetto ad altre piattaforme che non offrono sistemi interni di raccomandazione.

Personalmente, questo aspetto mi ha aiutato molto soprattutto nelle prime settimane, quando ancora non avevo attivato alcuna attività promozionale specifica.

I limiti di Substack: quando iniziano a pesare

Abbiamo parlato dei pro, ma come tutte le piattaforme anche Substack ha i suoi difetti.

Se all’inizio si percepiscono tutti i pregi, dopo un po’ di presenza attiva si notano alcuni limiti strutturali dello strumento, soprattutto quando la lista cresce e le esigenze diventano più articolate.

Ecco, secondo la mia esperienza, i punti critici che emergono nel tempo e che è bene considerare.

Nessuna segmentazione avanzata dei contatti

Uno dei limiti maggiori di Substack è la mancanza di strumenti avanzati per segmentare la lista di iscritti. Non esiste una vera possibilità di profilare gli utenti in base a interessi, comportamenti o dati specifici. Questo significa che tutti gli iscritti ricevono sempre lo stesso contenuto, indipendentemente dal fatto che siano utenti nuovi, abituali, interessati a specifici argomenti o servizi. 

Se hai un prodotto o dei servizi da vendere, questo diventa un freno importante quando il pubblico cresce in maniera sostenuta.

Mancanza di automazioni (onboarding, follow-up, ecc.)

Chi gestisce una newsletter sa quanto siano fondamentali le automazioni nell’email marketing. Sequenze di benvenuto per i nuovi iscritti, messaggi automatici di follow-up dopo alcune interazioni, reminder personalizzati: sono tutte cose che servono a costruire relazioni solide con i lettori. 

A parte una mail di benvenuto a chi si iscrive e una di remind in prossimità della scadenza di un abbonamento, Substack non offre altre possibilità di automazione. Ogni messaggio deve essere scritto e inviato manualmente, con il rischio di perdere tempo prezioso e non riuscire a garantire una comunicazione puntuale e personalizzata con gli iscritti.

Nessun supporto per funnel, sondaggi, premi o tag

Altro aspetto che inizia a pesare quando la tua newsletter diventa parte di una strategia di marketing più strutturata è l’assenza di strumenti per gestire funnel complessi o per attivare meccanismi di coinvolgimento più avanzati. Non puoi assegnare tag agli utenti o offrire premi o contenuti bonus basati su specifiche azioni degli iscritti. 

L’unica dinamica premio è quella legata al numero di iscrizioni portate a una newsletter che si segue. L’autore che ha attivo questo meccanismo ti concede dei “riconoscimenti” ogni tot iscritti arrivati dalle tue condivisioni. Come ad esempio, un abbonamento gratis in seguito a 10 subscriptions.  

Ma a parte questo, tutto il resto della struttura di Substack limita fortemente le possibilità di sviluppo e monetizzazione, soprattutto se vuoi vendere corsi, prodotti o consulenze attraverso la newsletter.

Gestione limitata dell’interazione con la community

Infine, un limite da non sottovalutare è la gestione della community. Oltre ai commenti, Substack ha aggiunto la funzione Chat (simile a un gruppo Telegram o Whatsapp) e le Note (che ricordano X e Threads). Ma al momento rimangono funzionalità molto essenziali, poco sviluppate e frequentate soprattutto dagli autori. Probabilmente perché la maggior parte degli autori preferisce piattaforme già consolidate per questi scopi, rendendo difficile trasferire tutta la propria community da Telegram o WhatsApp a Substack. Questo è dunque un altro aspetto che rende più difficile fidelizzare e coinvolgere attivamente i lettori, soprattutto quando la community cresce. 

Nel corso delle mie consulenze a tema email marketing sono molto sincero e dico chiaramente: Substack per me è stato perfetto per iniziare a scrivere subito, ma se si vogliono vendere corsi, prodotti o servizi, diventa fondamentale avere a disposizione strumenti più avanzati per segmentare, automatizzare e coinvolgere meglio la community.

Quando ha senso passare da Substack a una piattaforma evoluta

Se il tuo progetto sta crescendo rapidamente o se sei all’inizio ma hai comunque già obiettivi molto strutturati di monetizzazione e coinvolgimento, Substack potrebbe non essere la piattaforma adatta alle tue esigenze. 

Vediamo insieme alcune situazioni in cui potrebbe avere senso valutare un passaggio a strumenti più evoluti

Obiettivi di crescita, fidelizzazione e monetizzazione

Finché il tuo obiettivo è esclusivamente scrivere e condividere contenuti, Substack funziona bene. Ma quando iniziano a contare numeri più grandi, strategie di fidelizzazione articolate e soprattutto una monetizzazione strutturata – corsi, prodotti digitali, consulenze – potresti aver bisogno di strumenti più complessi. 

Piattaforme con segmentazione avanzata, automazioni e integrazioni diventano necessarie per supportare questa fase di crescita e monetizzazione.

Newsletter come asset all’interno di una strategia più ampia

Quando la newsletter diventa un tassello fondamentale della tua strategia di content marketing o personal branding, Substack inizia a mostrare i suoi limiti. Una piattaforma più strutturata ti permette di integrare la newsletter all’interno di un ecosistema più ampio: landing page, webinar, e-commerce, CRM. Se la tua newsletter non è più solo un progetto personale ma un vero e proprio asset strategico, questo è il momento di fare il salto.

Esigenze di brand, metriche e workflow più complessi

Anche la gestione operativa ha un peso. Man mano che la lista cresce, hai bisogno di metriche più approfondite per capire cosa funziona e cosa no, strumenti per personalizzare al massimo la comunicazione e un workflow più efficiente. Substack è limitato da questo punto di vista: piattaforme evolute offrono invece dashboard complete, analisi avanzate, automazioni, test A/B e opzioni di personalizzazione approfondite, fondamentali per un brand strutturato o un creator con esigenze più complesse.

GetResponse: una soluzione evoluta per creator e marketer

GetResponse è tra le piattaforme di email marketing più complete e avanzate da valutare quando decidi di passare oltre Substack. È particolarmente adatta se hai bisogno di funzionalità come:

  • Segmentazione avanzata: puoi profilare gli iscritti in base a interessi, comportamento o dati demografici.
  • Automazioni sofisticate: sequenze di onboarding, follow-up automatici e messaggi personalizzati.
  • Funnel integrati: gestione di funnel completi per vendere corsi, prodotti digitali o servizi professionali.
  • Supporto dell’intelligenza artificiale per generare testi, oggetti e suggerimenti in modo assistito.
  • Monetizzazione avanzata: gestione di webinar, e-commerce integrato e strumenti di vendita.

Se la tua newsletter è diventata parte centrale di una strategia più ampia e articolata, GetResponse è certamente un’opzione da considerare per aver maggior controllo sui tuoi sforzi e per costruire una relazione più approfondita e personalizzata con il tuo pubblico. Inoltre, i piani di abbonamento sono flessibili e scalabili, adatti sia a progetti appena avviati che a liste più strutturate.

Altri strumenti da valutare

Oltre a GetResponse, ci sono diverse altre alternative a Substack che potresti prendere in considerazione:

  • Beehiiv: simile a Substack ma con funzionalità aggiuntive come analytics approfonditi, referral program avanzati e monetizzazione articolata;
  • ConvertKit: pensata per creator indipendenti che vendono prodotti digitali o corsi, molto semplice da utilizzare e intuitiva per chi arriva da Substack;
  • MailerLite: una soluzione più accessibile se vuoi iniziare a esplorare automazioni e segmentazione senza costi elevati.

In sintesi, se senti che Substack ti sta limitando in termini di crescita e possibilità operative, significa che per te è arrivato il momento di esplorare piattaforme più evolute. Non aver paura di andare incontro allo step successivo per sviluppare il tuo progetto.

Substack è giusto per te? Il verdetto

Substack è uno strumento perfetto per cominciare rapidamente, soprattutto se ami scrivere contenuti long-form e hai come primo obiettivo quello di creare una relazione diretta e autentica con i tuoi lettori. La sua semplicità è il punto di forza principale e il modello di monetizzazione basato sugli abbonamenti è attraente per molti creator indipendenti.

Tuttavia questa semplicità può diventare presto un limite se le tue esigenze iniziano a includere strategie più avanzate: segmentazione del pubblico, automazioni, funnel strutturati e monetizzazione complessa. Se la newsletter è un tassello fondamentale di un progetto editoriale o commerciale più articolato, potresti presto sentire il bisogno di strumenti più potenti e personalizzabili.

Quindi, Substack è giusto per te?

  • , se stai iniziando e vuoi partire subito, con zero barriere tecniche e un focus totale sui contenuti.
  • Forse, se sei già attivo da un po’ ma cominci a interrogarti sulle possibilità che ti offre la piattaforma.
  • Probabilmente no, se hai obiettivi di crescita precisi e necessiti di strumenti evoluti per monetizzare, segmentare, automatizzare e coinvolgere meglio la tua community.

La scelta dipende da te, dalle tue priorità e da come vedi il futuro del tuo progetto di content marketing. Substack è un ottimo punto di partenza, ma non necessariamente il miglior punto d’arrivo.


Simone Pazzano
Simone Pazzano
Curioso per natura, giornalista e digital strategist per passione. Mi piace raccontare storie con cui mettere in luce valori, emozioni e persone. Curo "Onde", una newsletter dedicata ai temi della comunicazione e del content marketing e "Blu Mediterraneo", community per gli amanti del mare.

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